Interpretazione cristiana dell'Antica Alleanza

Un dipinto del discorso della Montagna nel quale Gesù commentò l'Antica Alleanza (Carl Heinrich Bloch, m. 1890).

L'alleanza mosaica o Legge di Mosè - che i cristiani generalmente chiamano "Antica Alleanza" (in contrapposizione alla Nuova Alleanza) - ha svolto un ruolo importante nelle origini del Cristianesimo e ha suscitato serie controversie fin dal suoi inizi: si noti per esempio l'insegnamento della Legge da parte di Gesù durante il suo Discorso della Montagna e la controversia sulla circoncisione.

I membri dell’Ebraismo rabbinico[1] affermano che Mosè presentò le leggi religiose ebraiche al popolo d’Israele e che tali leggi non si applicano ai gentili (inclusi i cristiani), ad eccezione delle Leggi di Noè, che secondo gli insegnamenti rabbinici possiedono valore universale.

La maggior parte dei cristiani, come la Chiesa cattolica, le Chiese riformate e le Chiese metodiste, credono che dell'Antico Patto siano ancora applicabili solo le parti che riguardano la legge morale[2][3][4] (in opposizione alla legge cerimoniale[nota 1]), una minoranza crede che nessuna norma si applichi, mentre i teologi del doppio patto credono che l'Antica Alleanza rimanga valida solo per gli Ebrei. Gli ebrei messianici ritengono che tutte le parti si applichino ancora ai credenti in Gesù e nella Nuova Alleanza. Esistono diverse prospettive cristiane sull'Antica Alleanza.

  1. ^ Jewish Encyclopedia: Gentiles: Gentiles May Not Be Taught the Torah.
  2. ^ (EN) God's Law in Old and New Covenants, su opc.org, Orthodox Presbyterian Church, 2018.
  3. ^ Donald W. Dayton, Law and Gospel in the Wesleyan Tradition (PDF), in Grace Theological Journal, vol. 12, n. 2, 1991, pp. 233–243.
  4. ^ Summa Theologica, I-II, q. 100


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